ASSOCIAZIONE CULTURALE MERIDIONALISTA - PROGRESSISTA

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sabato 21 maggio 2016

Napoli o niente?


riflessioni sulla presenza meridionalista


di  Attilio Stolder

Ho ascoltato su un canale della Radio nazionale una discussione in merito all’assenza da 20/30 anni di analisi sul meridionalismo, sparito dalla critica e proposta politica nazionale, che mi ha fatto molto incavolare, pur se non del tutto infondata. In effetti se si toglie una riscoperta dell’argomento, pur se più sul fronte della storia del Sud avviata da qualche decennio di lodevoli iniziative dell’associazionismo culturale (rimaste però fini a sé stesse), un fondo di verità c’è nella riflessione. Quel pensiero storico e politico, figlio di menti come Nitti, Gramsci, Salvemini e Dorso lo si ritrova interpretato da pochi come persone e movimenti politici. Il fervore di cui tanto si parla fra addetti nei fatti è qualcosa che riguarda principalmente Napoli e i suoi dintorni. Io sono napoletano,intendiamoci, nato…cresciuto e…passatemi il termine poco ortodosso…”pasciuto” in quella collina prospiciente il mare fra le più belle del mondo, ovvero Posillipo. Quindi ben lieto che Napoli testimoni la sua vivacità culturale e lo sforzo d’analisi e proposta politica legata all’appartenenza al territorio. Ma il resto del Sud? Qualcosa nel casertano, ma più e solo sul fronte culturale,sussulti flegrei legati in primis a sponde elettorali….si perpetua l’assordante  silenzio e non partecipazione di Avellino e Benevento, idem dicasi per Salerno. Cambiando regione in Calabria c’è prevalentemente l’apprezzabile sforzo di singoli, qualche segnale pugliese ma non ancora rappresentativo, e la Basilicata pronta a reagire ma solo se toccata sulle estrazioni petrolifere.

La Sicilia poi è caso a sè, spiace dirlo, ma anch’essa nel clamore d’un silenzio espresso solo da storici, un po’ attempati e senza smalto, movimenti autonomisti, con il risultato ed un atteggiamento come se loro si sentano e perpetuino una posizione isolazionista. Incredibilmente più presenti come vivacità ed iniziative espressioni di meridionali al Nord,come alcune realtà emiliane e financo venete. Poi gruppi sparsi di sedicenti separatisti e indipendentisti, numericamente risibili e fuori dal coro e qualsiasi gioco.

Risultato? Al di là dell’augurarsi scenari, anche se non del tutto improbabili, di discese in campo nazionali di leader che trainino il Sud verso lidi di protagonismo politico nazionale, servirebbe una rappresentatività più estesa che prenda coscienza e disserti meno e solo di problematiche localistiche e di re e successioni dinastiche e più di propositività politica.

Attilio Stolder

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