ASSOCIAZIONE CULTURALE MERIDIONALISTA - PROGRESSISTA

Critica - Analisi - Riflessioni - Editoria - Proposte - Politica

lunedì 24 dicembre 2012

Gli auguri....



Auguri di buon Natale e di festività annesse agli iscritti di Rubriche Meridionali, agli amici, a quelli di cui ci pregiamo pubblicare i loro scritti e riflessioni politiche e di vita.
Auguri anche per il nuovo anno. Un 2013 che non si prospetta come un anno facile, ma questo non giustifica il fatto che non dobbiamo augurarcelo positivo, o quantomeno foriero di buone prospettive. Il Sud ne avverte l’esigenza certamente più di altre zone d’Italia. Il Meridionalismo, dopo anni sonnolenti, è  in fase d’agitazione (forse financo troppa) e di ricerca d’una concretezza che lo trasformi in forza politica portatrice di propositività e conseguenti soluzioni che ridiano dignità, riscatto e opportunità al Sud, alle sue terre e alle sue genti.
La strada è ancora piena di difficoltà, pericoli e tranelli. Uomini di buona volontà, di tempra forte che non scambino l’unanimismo con l’unità, la fratellanza e l’inclusività con il “volemose bene” senza costrutto, hanno l’arduo e pericoloso compito di riconoscersi e organizzarsi.
Un caloroso saluto a Voi con l’auspicio d’un futuro migliore e più consapevole.

Il Comitato dei Soci Promotori e Fondatori di RUBRICHE MERIDIONALI

L'Unanimismo non è l'unità...



di Giovanni Cutolo

unanimismo

DIZIONARIO HOEPLI - Gabrielli

UNANIMISMO [u-na-ni-mì-ʃmo]
s.m.
1 Nel linguaggio politico, tendenza a far apparire come unanimi decisioni e orientamenti che in realtà non lo sono, e quindi a non far trapelare i motivi di disaccordo interni a un partito, a una maggioranza

ATTENZIONE al fascino discreto della quantità.
Per trasformare l'unanimismo in unione occorre un lavoro politico che passa attravero il confronto e lo scontro, per raggiungere la sintesi di un accettabile compromesso.
Fare finta "ca simme tutte purtualle" è pericoloso e non porta a nulla. Ammesso che io sia un "purtuallo", posso accettare di stare insieme, dopo il naufragio, a mandarini, limoni e bergamotti. Ma non con tutto quello che galleggia . . .

Giovanni  Cutolo

venerdì 7 dicembre 2012

Il miglior discorso del mondo...




Fonte : youtube


PEPE MUJICA
IL PRESIDENTE PIU' POVERO DEL MONDO

di Pietro Veronese

Evviva Josè Albero Mujica, noto col nomignolo di Pepe, classe 1935. Di Pepe Mujica, ex ministro, ex senatore, sapevamo che dal marzo del 2010 è il presidente della Repubblica del suo Paese, l'Uruguay. Ignoravamo però quello che ci rivela un bel servizio della Bbc online (http://www.bbc.co.uk/news/world-latin-america.29334136) : Pepe Mujica è considerato dai media "il presidente più povero del mondo".
Quando è stato eletto, Mujica non ha voluto trasferirsi nella residenza di Stato; ha preferitp continuare a vivere in campagna, poco fuori della capitale Montevideo, in fondo a una strada sterrata, nella casa colonica di proprietà di sua moglie, dove i due coltivano fiori. Panni stesi, acqua del pozzo, un cane da guardia che zoppica da una zampa e due poliziotti fuori dal cancello. Lo stipendio del primo cittadino è di circa 9.000 euro, ma il presidente ne da via il 90% in beneficenza.
In tal modo guadagna più o meno quanto l'uruguaiano medio : 600 euro al mese. Nella sua dichiarazione dei redditi 2010 i suoi beni assommavano a 1.400 euro : il valore del suo maggiolino Wolkswagen, immatricolato nel 1987: "Posso sembrare un vecchio eccentrico" dice il presidente, ex guerrigliero Tupamaro, detenuto politico per 14 anni della sua vita, "ma la mia è una libera scelta".
Si cercano imitatori.

Fonte : Pietro Veronese da "il Venerdi" di "la Repubblica" del 30 Novembre 2011


mercoledì 5 dicembre 2012

Parlare napoletano...


di Erri  De Luca

"Quando tra noi di Napoli ci rivolgiamo il nostro vocabolario scivoloso, sciuliariello, unto e rauco di voci che ce l'hanno trasmesso, ci scambiamo la più forte intimità. Quando ascoltiamo il grido, l'invettiva, il saluto, la canzone, torniamo al quartiere dell'infanzia. Parlo napoletano con ognuno che abbia in comune l' origine, ma fuori di lì è una lingua di cospiratori che usano a difesa il loro gergo separato."

 - Erri De Luca