E’ il rapporto profondo con la dimensione etica che dà nobiltà alla politica, anche se non è più il caso di rivendicare un ambiguo primato della politica. E’ dai primordi del pensiero politico, della filosofia politica che si stabilisce già questo rapporto profondo tra etica e politica. La grande filosofia greca è anche una grande filosofia politica; getta le basi del pensiero filosofico sulla politica. Platone, Socrate ed Aristotele, pur diversi tra loro, sono accomunati da questo filo rosso della nobiltà della politica che si determina attraverso la mediazione dell’etica. La felicità ed il bene comune come scopo della politica in Aristotele non sono solo due grandi formule politiche ma anche, e soprattutto, due grandi formule etiche. L’idea platonica del filosofo-re è altrettanto intrisa di eticità.
Lo stesso dicasi per il gesto di Socrate di darsi la morte bevendo la cicuta per sfuggire, ma protestando, alla ingiusta condanna per empietà. Sono, quella di Aristotele, quella di Platone e quella di Socrate, tre grandi idee etiche e, al tempo stesso, tre altissime e nobilissime concezioni della politica. Quindi, per venire ai giorni nostri ed al miserevole quadro politico italiano attuale, il rapporto tra etica e politica non è una fisima, né una fissazione recente di alcuni fastidiosi rompiscatole.
E’ una grande idea che nasce già con i tre grandi filosofi greci dell’antichità.
Dall’inizio della cultura e della storia d’Occidente questa idea è la struttura stessa della politica, almeno di quella con la P maiuscola. Solo gli azionisti insieme a pochi altri sparsi in alcuni partiti della sinistra possono rivendicare questa grande idea dell’etica, della politica e del loro rapporto
Fonte : Nuovo Partito d'Azione