di Giacomo Savarese
Io non scrivo spesso,a differenza dei miei amici del Comitato dei Soci Promotori e Fondatori di Rubriche Meridionali,ovvero Amalia Spanò e in particolare Attilio Stolder oltre a contributi di collaboratori esterni. Però mi va di esternare alcune riflessioni.
Rubriche Meridionali nasce con motivazioni e volontà precise come dichiarato sulla home della nostra pagina : “Rubriche Meridionali nasce nella calda estate 2012 per un’esigenza avvertita ormai come urgente, improcrastinabile, non più rimandabile. Come affrancarsi dal caldo opprimente di questi giorni, come la necessità di respirare aria fresca, vera, e liberarsi da una cappa ottenebrante (metereologica e di pensieri deboli) che fiacca corpi e menti ed è diventata insopportabile. Il terreno dove si muove è quello del meridionalismo, alla ricerca e riproposizione degli insegnamenti di quelli che consideriamo i maestri, i capisaldi, come Gramsci, Dorso, e il poco conosciuto e ricordato Guido Piegari che crearono le basi del pensiero per un riscatto del Sud, mai risollevatosi dai danni d’un’unità mal fatta, costruita peggio, e raccontata male se non quasi totalmente occultata nei suoi tragici eventi. Non antiunitaristi, anzi fautori dell'unità delle forze lavoratrici del Sud e del Nord, perché non è lo spirito di unità a essere contestato, ma la maniera errata, truffaldina e vessatoria ad essere il pomo della discordia.“
Rubriche Meridionali nasce con motivazioni e volontà precise come dichiarato sulla home della nostra pagina : “Rubriche Meridionali nasce nella calda estate 2012 per un’esigenza avvertita ormai come urgente, improcrastinabile, non più rimandabile. Come affrancarsi dal caldo opprimente di questi giorni, come la necessità di respirare aria fresca, vera, e liberarsi da una cappa ottenebrante (metereologica e di pensieri deboli) che fiacca corpi e menti ed è diventata insopportabile. Il terreno dove si muove è quello del meridionalismo, alla ricerca e riproposizione degli insegnamenti di quelli che consideriamo i maestri, i capisaldi, come Gramsci, Dorso, e il poco conosciuto e ricordato Guido Piegari che crearono le basi del pensiero per un riscatto del Sud, mai risollevatosi dai danni d’un’unità mal fatta, costruita peggio, e raccontata male se non quasi totalmente occultata nei suoi tragici eventi. Non antiunitaristi, anzi fautori dell'unità delle forze lavoratrici del Sud e del Nord, perché non è lo spirito di unità a essere contestato, ma la maniera errata, truffaldina e vessatoria ad essere il pomo della discordia.“
Quindi siamo attenti osservatori di ciò che succede socialmente e politicamente al Sud. Come non seguire l’operato e il percorso dei due uomini politici più rappresentativi del meridione (e non solo) e con spiccate coordinate meridionaliste, come Luigi de Magistris il sindaco di Napoli e Michele Emiliano il governatore della Regione Puglia? Del primo apprezziamo la sua onestà, le vicende improntate al riscatto e l’autonomia della città rispetto al governo centrale; dell’altro la volontà a contestare al Presidente del Consiglio e del suo partito iniziative poco rispettose della terra e del mare della regione a sua guida.
Ma possiamo e crediamo sia giusto annoverarci come sostenitori attenti non tifosi, che auspicano la nascita quasi naturale e consequenziale d’un’idea politica che possa rendere organizzata e propulsiva, attraverso i due o almeno tramite uno di loro, la ormai improcrastinabile azione per il riscatto e rilancio del Sud, dal Sud per l’Italia. E non possiamo non permetterci di sottolineare che la gioiosa macchina da guerra organizzativa del sindaco inceda in una volontà, pur apprezzabile, partecipativa allargata e dal basso, come esempi europei insegnano, forse fin troppo propensa ad un pericoloso unanimismo, difficilmente poi superabile o da cui disfarsene nel momento d’un eventuale salto d’obiettivo politico. Così come il governatore pugliese, sempre pronto a sane reazioni, poi là resti…ritorni sempre nel suo ambito…in quel partito così discutibile per il suo operato e scarsa attenzione al Sud.
Tutti sappiamo che i tram della storia hanno una loro tempistica attuativa e d’opportunità. Le ragioni poi restano e resistono, come insegna il secolo e mezzo trascorso invano tra ragioni intatte e zero soluzioni, ma perdono lo smalto d’un ipotetico e cavalcabile momento. Il nostro auspicio, è quello di tenere a mente la matrice gramsciana cui rifarsi come area politica di riferimento e che possano individuare spazi e tempi per un’operatività più mirata e di respiro nazionale.
Tutti sappiamo che i tram della storia hanno una loro tempistica attuativa e d’opportunità. Le ragioni poi restano e resistono, come insegna il secolo e mezzo trascorso invano tra ragioni intatte e zero soluzioni, ma perdono lo smalto d’un ipotetico e cavalcabile momento. Il nostro auspicio, è quello di tenere a mente la matrice gramsciana cui rifarsi come area politica di riferimento e che possano individuare spazi e tempi per un’operatività più mirata e di respiro nazionale.
Giacomo Savarese
Socio Promotore e Fondatore di Rubriche Meridionali.