di Eugenio Carli j.w.f.
“ L’isola che non c’e’ ”, celebre e storica canzone di Edoardo Bennato. Forse tra le sue più belle.
I musicisti, cantautori, non cambiano il mondo. I più bravi però riescono a lasciare armonie e testi che restano come citazioni, emozioni ispiratrici e d’invito alla riflessione.
“ L’isola che non c’è “ è un po’ l’attuale meridionalismo : qualcosa che esiste o dovrebbe esserlo , pur con la coscienza della sua necessità anche se non ritrovabile.
Da un lato la nostalgia, i rammarichi, le rivendicazioni, la memoria, le commemorazioni…il tutto pur meritorio per certi versi, ma con risultati non sufficienti se non nell’aumentare certe conoscenze e risvegliare alcune coscienze. Dall’altro impegno politico ma istituzionalmente accomunando da chi dovrebbe usufruirne seri, comparse e merde in pari opportunità, considerazioni e rappresentatività . E pur intuendo la giustezza dell’ampio consenso, della partecipazione diffusa dal basso sarebbero auspicabili certi paletti.
Come dice nel suo bel libro “ Success and luck ” lo scrittore americano Robert H. Frank : “la meritocrazia è un valore passivo, invocabile, ma travolto da successi e fallimenti provocati invece da fattori incontrollabili”..dove chi è preposto a valutare dovrebbe “decifrare il suo peso e collocarlo nella nostra storia”.
E se non lo fa la nostra questione resta “L’isola che non c’è”….
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Eugenio Carli
j.w.f.