I "Lumi" napoletani
intendiamo di volta in volta raccontare di quelle che furono le "menti" del Sud
di Andrea Balìa
Gaetano Filangieri può essere considerato, sicuramente, tra i maggiori giuristi e uomini di pensiero italiani.
Nasce a Cercola (vicino Napoli) il 18 Agosto 1752 in una nobile famiglia e, pur se avviato alla carriera militare, propende di più per gli studi, tanto da pubblicare a 19 anni la sua prima opera "Pubblica e privata educazione", e laurearsi in Giurisprudenza a Napoli. Ebbe diversi incarichi a Corte e s'impegnò per la riforma della Giustizia, elaborando il suo famoso "Scienza della Legislazione". Il 21 Luglio 1788, morì a Vico Equense (Na), minato dalla tubercolosi. Il pensiero di Filangieri, tale da doverlo ritenere una delle menti "illuminate" di Napoli, non viene dall'esterno dell'ex Regno delle Due Sicilie, ma è tutto "napoletano", frutto di quella fucina d'idee che fu la Napoli del '700. La morte precoce ha purtroppo limitato l'apporto che Filangieri avrebbe di certo dato ancora all'idea riformatrice della Giustizia. Ipotizzava una riforma della legislazione che potesse attuarsi come una "rivoluzione pacifica" guidata da una monarchia "illuminata". Uguaglianza civile, pubblica istruzione per tutti, ridistribuzione delle proprietà e fiscalità semplificata con un'imposta unica, erano i concetti quasi sovversivi per l'epoca del pensiero legislativo di Filangieri. La procedura penale e l'istruzione furono tra le cose che trovarono attuazione, causa la rivoluzione francese ed il periodo napoleonico che si frapposero storicamente. La Chiesa, inoltre s'adoperò per creare opposizione all'opera che ince fu universalmente riconosciuta : "La Scienza della Legislazione". Persino Benjamin Franklin, con i padri della Costituzione d'America, s'avvalse più volte del parere di Gaetano Filangieri, ritenendo la sua opera un preciso punto di riferimento. Il pensiero del Filangieri era sempre determinato dalla ragione e da precise argomentazioni giuridiche, che andavano a scontrarsi con il livello non eccelso di molti suoi colleghi. Il potere ecclesiastico vi intravvedeva, altresì, l'eventuale modificazione d'uno "status quo" che si voleva inattaccabile.
Andrea Balìa
"...il pensiero del Filangieri non viene dall'esterno...
ma è del tutto "napoletano", frutto di
quella fucina d'idee che fu la Napoli del '700! "
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