Orfani di patria
Fu una delle più grandi ondate migratorie di tutti i
tempi: alle popolazioni meridionali, sconfitte e
colonizzate altro non rimaneva che battere la via
dell’oceano: “Partetemmo pè mmare, eravamo
sciumme!” [partimmo per mare ed eravamo un
fiume]: i porti di Napoli e Palermo diventarono i più
grandi centri di espatrio dei meridionali (Genova lo fu
per gli emigranti settentrionali).
Pasquale D’Angelo così descriveva il suo commiato
dalla madre “ :
Mi gettò le braccia al collo singhiozzando e mi strinse a sè. Serrato nel buio di quell’abbraccio stretto, chiusi gli occhi e piansi. Piangevamo entrambi, fermi sui gradini, ed ella mi baciava e ribaciava le labbra. Sentivo le sue lacrime calde irrigarmi il volto. “Tornerò presto”, le dicevo singhiozzando “Tornerò presto”
Ma non fu così. I timori della mamma presagivano la verità. Non ritornai mai più. Mi strinse ancora fra le braccia,quasi volesse farmi addormentare sul suo petto. E tornò a baciarmi.
Così rimanemmo a lungo finchè su di noi discese una gran pace”
Tratto da: Gli emigranti vittoriosi, Mondadori, Milano, 1972
su concessione di Rosanna Gadaleta (Responsabile Segreteria Organizzativa e Commissione Web e Comunicazione del Partito del Sud)
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