“ Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un’altra cultura, inventa per loro un’altra storia. Dopo di che il popolo s’incomincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è stato. E il mondo intorno a lui lo dimentica ancora più in fretta! “
(Milan Kundera)
" Mi duole l'Italia. E' come un dolore fisico: si può, per dirla con una bella espressione siciliana, svariare quanto si vuole, ma uno se lo porta sempre."
(Leonardo Sciascia)
“I professori di storia patria: questi signori non ignorano i fatti che vi sono raccontati. Preferiscono, però, tacerli per non dispiacere al Principe. Le menzogne sull’unità italiana riempiono non soltanto i libri e le biblioteche, ma anche le nostre teste. Ma l’Italia non è solo una menzogna. Purtroppo intorno all’idea d’Italia ci sono fatti e sentimenti veri, autentici: c’è amore e dolore, ci sono milioni di morti, decine di milioni di uomini e di donne che amavano la loro terra i loro cari e li hanno dovuti lasciare alla ricerca di un pezzo di pane in altri luoghi del mondo. E ci sono anche speranze. Ma solo per una parte degli italiani. Per gli altri c’è la disperazione, la fine di ogni speranza di onesto vivere e di dignità umana e sociale.”
(Nicola Zitara)
“Trenta e forse più milioni di meridionali hanno dovuto lasciare la loro terra per pagare il pizzo risorgimentale ai toscopadani. Fuori del Sud vivono più meridionali di quanti sono i residenti!”
(Nicola Zitara)
«L'unità d'Italia non poteva esser fatta, se non con il sacrificio del Mezzogiorno»
(Francesco Saverio Nitti)
“Fu una delle più grandi ondate migratorie di tutti i tempi: alle popolazioni meridionali, sconfitte e colonizzate altro non rimaneva che battere la via dell’oceano: “Partettemo pè mmare, eravamo sciumme !” [partimmo per mare ed eravamo un fiume]: i porti di Napoli e Palermo diventarono i più grandi centri di espatrio dei meridionali!”
(Giuseppe Ressa)
«l'Italia settentrionale ha soggiogato l'Italia meridionale e le isole, riducendole a colonie di sfruttamento!”
(Antonio Gramsci, 3 Gennaio 1920)
“Sì, è vero, noi settentrionali abbiamo contribuito qualcosa di meno ed abbiamo profittato qualcosa di più delle spese fatte dallo Stato italiano, peccammo di egoismo quando il settentrione riuscì a cingere di una forte barriera doganale il territorio ed ad assicurare così alle proprie industrie il monopolio del mercato meridionale”.
(Luigi Einaudi)
“Da sempre, sulla spedizione dei Mille e la sconfitta dell’esercito borbonico sono state raccontate bugie, confezionate con cura centinaia di agiografie, creati inesistenti miti. Certo negli anni immediatamente successivi a quegli eventi, era difficile, con la dinastia Savoia regnante, poter dire tutta la verità sulle ombre che avrebbero finito per offuscare la < Campagna nella Bassa Italia >. Peggio andò nel ventennio fascista, quando il mito del nazionalismo italiano, unito a un’esasperata filosofia di Stato centralizzato, aveva bisogno di alimentarsi, esaltando gli eroi del Risorgimento e ironizzando su chi, in quel processo storico fu il vinto : la dinastia Borbone e l’esercito delle Due Sicilie!”
(Gigi Di Fiore)
“Sarebbe facile affermare che Bombrini con le sue emissioni di cartamoneta, Bastoni con la quarantennale truffa della Società delle Ferrovie meridionali, Balduino con i suoi loschi traffici sul tabacco e lo zucchero, annichilirono il Sud. Questi ladri, mai finiti in galera, furono soltanto i legittimi e unici avi del salotto buono della borghesia padana. Non si ha uno scambio tra merci moderne del Nord e prodotti agricoli del Sud, ma lo scambio tra valori reali e cartamoneta inconvertibile. E’ lo stesso che dire furto!”
(Nicola Zitara)
“Quell'Italia che s'aveva da fare: quell'Italia che l'impezzentito debitoso Savoia aveva brigantescamente impupazzato e nascosto dietro al paravento dei sacri ideali e dei sogni sublimi! Quell'Italia dei patti schifosi stretti da lui, brigantescamente, con i grossi proprietari terrieri (più briganti di lui...): con i mammasantissima delle provincie meridionali da infeudare, da annettere, da colonizzare per assoggettare, da ridurre in schiavitù e bollare - come vacche grasse da mungere in esclusiva - col marchio del regno piemontese!”
(Angelo Manna)
“Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni. E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni "anti-terrorismo", come i marines in Iraq.
Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell'invasione, da Sud, per redimere l'Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa).
Ignoravo che, in nome dell'Unità nazionale, i fratelli d'Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma. E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile. Non sapevo che in Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di «Tamerlano, Gengis Khan e Attila». Un altro preferì tacere «rivelazioni di cui l'Europa potrebbe inorridire». E Garibaldi parlò di «cose da cloaca».”
(Pino Aprile)
“Non c’è cittadina d’Italia dove non ci sia un bronzeo monumento a un qualche risorgimentatore. Vittorio Emanuele, Garibaldi, Nino Bixio, Cosenz, Medici, Lamarmora, Cialdini e tanti altri illustri guerrieri. Se ne stanno tutti su alti piedistalli con la sciabola sguainata. Il bronzo del monumento non riproduce il sangue, ma la sciabola lo presuppone. Questi bronzei signori hanno operato un macello fra i nemici. Però essi non hanno avuto altri nemici da combattere se non gli italiani del Sud. Quindi il sangue che cola idealmente da quelle sciabole appartiene a un qualche mio antenato. Milite Ignoto o Milite Ignobile? Non c’è una lapide che ne ricordi il nome. Mai un fiore è stato deposto sulla sua tomba. Noi siamo i nemici di noi. Il nostro passato è più che brutto, è osceno…Sventoliamo il tricolore. Ma il tricolore è il vessillo della nostra sconfitta. Forse lo abbiamo amato e servito, ma non siamo stati mai ripagati…”
(Nicola Zitara)
“Con la sua ingordigia (in ultima istanza, perdonabile), con la sua insipienza (non perdonabile), con le sue scomposte velleità, lo Stato italiano ha rovinato un paese di gente civile e laboriosa! “
(Nicola Zitara)
Occupazione: Nel 1876 gli operai impiegati nelle maggiori industrie della provincia erano 8.360, dodici anni dopo si erano dimezzati (4.716 nel 1887/88)
(www.brigantaggio.net)
“Lo stato italiano ha imposto al popolo meridionale un risparmio forzoso, in alcuni momenti fino alla fame. Il capitale così formato è stato consegnato nelle mani degli imprenditori e dei tangentisti padani, che se ne sono appropriati e sempre con l’aiuto dello stato italiano l’hanno enormemente allargato. Per Gramsci, che aveva capito tutto era questa, e non altra, la cosiddetta questione meridionale.”
(Nicola Zitara)
“Se dall'unità d'Italia il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata. E' caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone
”
(Gaetano Salvemini)
“Questioni di moneta e di sangue accompagnano, passo dopo passo, la vicenda Savoia. Tacere per amor di Patria, anteporre le ragioni dell'opportunismo politico ai documenti, significa ormai innaffiare le radici dell'anima nera del Belpaese.”
( Lorenzo Del Boca )
“Culturalmente le Due Sicilie, al momento dell’unificazione politica, erano parecchio avanti all’Italia restante. Al censimento del 1861 aveva diecimila studenti universitari sul totale di 16 mila di tutte le università italiane!
(Nicola Zitara)
“La politica incerta, ambigua, timida e nello stesso tempo avventata dei partiti di destra piemontesi fu la cagione…essi furono d’una astuzia meschina…”
(Antonio Gramsci)
“Abbiamo sempre vissuto dei falsi : il falso di un Risorgimento che somiglia ben poco a quello che ci hanno dato da studiare a scuola…
(Indro Montanelli)
“L’unificazione dell’Italia poteva e doveva avvenire in altro modo. L’Italia è stata divisa dai Savoia;
storici e politici di parte fanno finta di non saperlo! ”
(Antonio Ciano)
“Il nome < Piazza del Plebiscito > andrebbe, per rispetto ai Napoletani, modificato in < Piazza presi per il sedere >.”
(Marcello D’Orta)
“...L’unità nazionale poteva avere un corso diverso da quello che ha avuto. L’unificazione d’Italia, in una monarchia accentratrice, non ebbe altra giustificazione che la forza delle armi e gli intrighi diplomatici dei Savoia!“
(Antonio Gramsci)
“Sappiate che per noi nessun scrittore spreca inchiostro e carta. I nostri malanni, la nostra miseria, gli abusi, l’ingiustizia che ci fanno nessuno la scrive, mentre sono chiamati sommi scrittori quelli che ci dispregiano chiamandoci plebaglia miserabile!“
(Carmine Crocco)
“L’IDEA” di Zitara : “ Separatismo meridionale, per la fondazione di uno Stato indipendente e a base liberal/socialista. Questa formula, ormai abusata, nel nostro caso si specifica con l'abolizione del lavoro dipendente a favore di forme di collaborazione aziendale (società anonime di capitale, società cooperative) fra i produttori. Insomma, niente padrone. Il lavoro e il rischio d'impresa sono unificati in una sola figura giuridica.”
(Nicola Zitara)
“Considerando che un posto di lavoro vero e moderno impegna una cifra media di un miliardo e mezzo (in vecchie lire), si arriva a definire in otto milioni di miliardi (sempre in vecchie lire) ciò che il Sud ha perduto a causa della colonizzazione italiana!”
(Nicola Zitara)
“Giacché viviamo in un mondo in cui la dominazione politica è incorporata nelle merci di massa, la nostra liberazione non comincerà con la freccia di un nostrano Guglielmo Tell che trafigge il tracotante nemico, ma con un camion di provolette Galbani (spacciate per mozzarella) precipitato nella scarpata dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria...”
(Nicola Zitara)
“No, il Mezzogiorno non ha bisogno di carità, ma di giustizia; non chiede aiuto, ma libertà. Se il mezzogiorno non distruggerà le cause della sua inferiorità da se stesso, con la sua libera iniziativa e seguendo l'esempio dei suoi figli migliori, tutto sarà inutile... “. "Cento uomini d'acciaio...la Questione Italiana è la Questione Meridionale"....
(Guido Dorso)
Sui Meridionali : “Questo popolo ama i colori allegri …questo popolo ama la musica e la fa…Non è dunque una razza di animali, che si compiace del suo fango; non è dunque una razza inferiore che presceglie l'orrido fra il brutto e cerca volenterosa il sudiciume; non si merita la sorte che le cose gl'impongono; saprebbe apprezzare la civiltà, visto che quella pochina elargitagli, se l'ha subito assimilata; meriterebbe di esser felice… “
(Su “il Ventre” 1884 di Matilde Serao)
“ I Napoletani oggi sono una grande tribù che, anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg o i Boja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quello che chiamano la storia, o altrimenti, la modernità. La stessa cosa fanno nel deserto i Tuareg o nella savana i Boja (o fanno anche, da secoli, gli zingari) : è un rifiuto, sorto nel cuore della collettività; una negazione fatale contro cui non c’è niente da fare. Essa da una profonda malinconia, come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia è giusto, è sacrosanto! “
(Pier Paolo Pasolini)
"Se i napoletani non fossero stati così come sono sarebbero scomparsi da 100 anni ! "
(Pier Paolo Pasolini)
“Col suo sacrificio, con la sua laboriosità, col suo rigore morale il Sud d’Italia è riuscito a resistere: non dimentichiamo che, nonostante tutto, senza Sud non esisterebbe neanche l’Italia, nonostante le panzane che raccontano i leghisti. E non ci sarebbe neanche un Nord senza questo Sud.”
(Lino Patruno)
“Siamo stati un grande popolo, abbiamo una grande storia. Non c’era alcun bisogno che arrivasse Garibaldi per insegnarci la libertà, sapevamo difenderla per antiche virtù, l’avevamo difesa in cento passaggi della storia. Siamo stati grandi quanto gli altri, qualche volta più degli altri. E’ necessario che la coltre di bugie che circonda la nostra identità collettiva sia fugata. La consapevolezza del passato ci aprirà gli occhi e ci permetterà di guardare al futuro!”
(Nicola Zitara)
“La storia, il passato, si realizza nel presente. E il futuro si costruisce a cominciare dal passato. Se ciò non avviene, vuol dire che non siamo liberi. Che a casa nostra sono altri a comandare!”
(Nicola Zitara)
“Nessuno si può inventare un futuro se non ha coscienza di avere un passato. E a noi meridionali il passato è stato scippato. Solo la conoscenza della nostra storia ci renderà liberi. Nella mente, prima di tutto!”
(www.eleaml.org)
Un grazie di cuore alle persone (quelle fortunatamente ancora in vita e quelle purtroppo decedute – da tanto o da poco), ed ai siti sopracitati. Gli scritti, i testi e le ricerche da cui ho attinto il materiale contenuto in questa piccola raccolta ritengo costituiscano patrimonio, memoria, ricerca, voce libera e non asservita per il nostro martoriato SUD.
Andrea Balìa