« No, il Mezzogiorno non ha bisogno di carità, ma di giustizia; non chiede aiuto, ma libertà. Se il mezzogiorno non distruggerà le cause della sua inferiorità da se stesso, con la sua libera iniziativa e seguendo l'esempio dei suoi figli migliori, tutto sarà inutile... »
(La Rivoluzione Meridionale)
Guido Dorso (Avellino, 30 maggio 1892 – Avellino, 5 gennaio 1947)
è stato un politico,meridionalista ed antifascista italiano.
Le origini
La sua famiglia apparteneva a quella piccola borghesia legata al mondo impiegatizio che, ormai, non credeva più nell'unificazione nazionale e nei benefici che avrebbe potuto ricavarvi.
Si laureò in giurisprudenza nel maggio del 1915 con una tesi di laurea dal titolo "La politica ecclesiastica di Pasquale Stanislao Mancini".
L'esordio nella vita politica
Nel 1919 Dorso comincia la pubblicazione del settimanale "Irpinia Democratica", di cui vedono la luce però solo i primi quattro numeri, finché nel 1923, Dorso non diventa direttore del settimanale "Corriere dell'Irpinia"
Dalle pagine di quest'ultimo, Dorso contesta duramente il Fascismo, ed i suoi articoli suscitano l'interesse di Piero Gobetti, che nel giugno del 1923 lo invita a collaborare alla sua rivista “La Rivoluzione Liberale”. Delle riflessioni partorite durante questa fase, è frutto il suo più celebre saggio "La rivoluzione meridionale" nel quale Dorso auspicava per il meridione, la nascita di una nuova classe dirigente di severo rigore morale. Per la nascita dei cosiddetti "Gruppi Liberali", che dovevano rappresentare un momento di aggregazione politica del giornale torinese, Dorso ebbe l'incarico di scriverne l'articolo programmatico curando una nuova rubrica dal titolo "Vita meridionale" e da cui nacque un breve saggio, l' "Appello ai meridionali".
A partire dal 1925, in seguito alla promulgazione delle "leggi eccezionali", Dorso si ritira dalla vita pubblica, cercando il più possibile di non essere coinvolto in problemi a carattere politico, così come era avvenuto ad altri noti intellettuali dell'epoca avversi al regime.
Con la caduta del regime fascista nel 1943, Dorso torna all'attivismo politico intervenendo con una quindicina di articoli su diversi giornali.
Successivamente si iscrive al Partito d'Azione, riprendendo con nuovo vigore l'idea della necessità della formazione della nuova classe dirigente meridionale, in grado di sostituirsi ad uno Stato burocratico accentratore temporaneamente in crisi. Di questi anni è la memorabile "Relazione sulla questione meridionale", pronunciata a Cosenza il 6 agosto 1944, durante il primo Congresso del Partito d'Azione.
Il dissenso
Nel dicembre del 1945 si dimette dal Partito d'Azione in seguito alla constatazione del venir meno dell'impegno meridionalistico. Alle prime elezioni della neonata Repubblica Italiana, il 2 giugno 1946, si presenta a capo di una lista di Alleanza Repubblicana, la quale include molti dei meridionalisti campani e pugliesi, ma che non ottiene un numero sufficiente di voti l'ingresso in parlamento.
La fine
Il 5 Gennaio 1947 ad Avellino muore a causa di uno scompenso cardiaco.
Fonte : Wilkipedia
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