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mercoledì 25 luglio 2012

L’esperimento di Worgl


Nel 1932 Worgl, ridente cittadina tirolese di 4.000 abitanti, si ritrovò schiacciata da una pesante deflazione dovuta alla stretta creditizia varata dalla Banca Nazionale Austriaca. Da 1.100 milioni di scellini di denaro circolante, si scese a 900 milioni circa, mettendo così in ginocchio l'economia. Circa 1500 abitanti, cioò oltre il 35% della popolazione, si trovarono in breve disoccupati.

Il sindaco, Michael Unterguggenberger, meccanico ed ex-ferroviere, valutata la situazione dichiarò che: “La lenta circolazione  del denaro è la ragione principale della paralisi economica che stiamo vivendo. La ricchezza scappa cada sempre più rapidamente dalle mani di coloro che la producono, per infilarsi nei canali generatori di interssi accumulandosi nelle mani di quelle poche persone che lungi dal restituirla ai mercati reali, la accaparrano tesaurizzandola come strumento di speculazione”.

Dopo un accurato lavoro locale di preparazione presso imprenditori, commercianti, banca e abitanti, egli fece allora stampare 32.000 scellini sotto forma di Bestatigter Arbeitswerte, titoli cartacei, qualificati non come denaro ma come certificati di valore di lavoro. I tagli di questi certificati erano da uno, cinque e dieci scellini e scadevano dopo un mese; il possessore poteva però prorogarli applicandovi, a proprie spese, una marca acquistabile in Comune e avente un costo pari all’1% mensile (ossia il 12% annuo) del valore facciale. L'emissione era «coperta» alla pari: una somma uguale di veri scellini era depositata dal Comune nella locale banca di risparmio. I detentori delle «banconote di lavoro» (moneta deperibile) avrebbe potuto presentarle all'incasso in ogni momento e riscuotere così l’equivalente valore in scellini di corso.

Venne inoltre stabilito che, per questa specifica operazione, la banca avrebbe riscosso un «aggio di servizio» del 2 %. Allo stesso tempo questi certificati potevano essere depositati in banca alla pari (riconoscendo ai titolari del deposito un credito pari al valore facciale) ma non fruttavano interessi; la banca veniva anch’essa assoggettata a pagare una tassa “di parcheggio”, essendo così incentivata a prestarli. Poiché il costo di detenzione della moneta deperibile, 1%, era solo la metà del costo del suo cambio in scellini, di fatto nessuno portò mai all'incasso la nuova moneta.

Tutti gli impiegati del Comune, compreso il sindaco, dal luglio 1932 cominciarono a ricevere metà del loro stipendio in moneta deperibile. Questi certificati cambiano mano mediamente circa 36 volte al mese, sviluppando, nei 14 mesi dell’esperimento un volume di affari 2.5 milioni di scellini, mentre il denaro “buono” retrocedette a circa soli 5 passaggi di mano mensili. Il comune, accettandoli in pagamento delle imposte e servizi, li rinvestiva immediatamente in opere pubbliche, dando lavoro a molti disoccupati. Vennero in tal modo costruiti un ponte sull’Inn, quattro strade, rimodernate le fognature, ampliata la rete idrica.

A Worgl si lavorava sodo e a pieno regime, si viveva decorosamente, i prezzi erano stabili, il benessere aumentava. L’esperimento, che funzionava molto bene, destò l’attenzione dei paesi limitrofi, i quali copiarono l’esperienza. Il comune di Kitzbuhel, oltre ad accettare i buoni di Worgl, emise 3000 scellini di suoi certificati, e i 300.000 tirolesi circostanti cominciarono a interessarsi a questo modello.

Tutto ebbe fine per l’intervento della Banca Centrale austriaca i cui funzionari arrivarono a Worgl nell’agosto del 1933 per sospendere l’esperimento, giudicato illegale in base all’art. 122 della Costituzione Austriaca di allora, che riservava alla Banca Nazionale il diritto esclusivo di signoria. Venne emanato un ordine governativo che stabiliva il ritiro dei certificati entro il 15 settembre 1933. Il borgomastro fece ricorso alla Corte Suprema di Giustizia, riuscendo a guadagnare un altro bimestre, ma il 15 novembre dello stesso anno la Corte depositava la sua sentenza, rigettando l’appello e archiviando l’esperimento.
Questo eccezionale esperimento suscitò interesse e scalpore. Il presidente del governo francese Daladier si rese a Worgl in visita. Ovviamente se ne parlò molto nel circondario e la notizia giunse finanche in Svizzera dove il 24 maggio 1933 a Winterthur il coraggioso borgomastro di Worgl Unterguggenberger tenne un’affollatissima conferenza alla presenza di oltre mille persone, conferenza che non fu possibile ripetere, come era stato programmato, a Ginevra farlo perché al borgomastro venne ritirato il passaporto per carico pendente.

Poco dopo la proibizione del denaro libero Unterguggenberger ricapitolò la sua esperienza con le seguenti parole: “ . . . che qui si sia inteso cancellarmi dalla storia, questo lo avevo previsto! Ad ogni modo sono riuscito a mandare al mondo un segnale su ciò che è possibile fare. Il mondo e io lo abbiamo dimostrato! Questa nuova coscienza deve adesso maturare lentamente nel pensiero degli uomini. Non dimentichiamo che, all’inizio, si tentò di impedire anche l’introduzione della ferrovia”.

Giovanni Cutolo

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